Orticole minori
Gli antichi romani conoscevano, oltre all'aneto, aglio, cappero, cicoria, coriandolo, fava, indivia, menta, origano, porro, senape, tarassaco, anche l'anice,
asparago, atreplice, basilico, bietola da orto, cardo, carciofo, carota, cavolo da foglia, cetriolo, cipolletta, cren, crescione di fontana, cumino, fagiolino dallocchio, fragolina di bosco, lagenaria, lambascione, porro, prezzemolo, rapa, ravanello e sisaro.
Molte specie ortive minori sono giunte fino a noi perché tante persone, non necessariamente dedite a tempo pieno in agricoltura, hanno saputo nel tempo conservare, spesso migliorandole attraverso la semplice selezione visiva e sensoriale, le caratteristiche morfologiche e gustative.
Tali persone sono anche custodi delle conoscenze storiche del prodotto, degli aneddoti ad essi legati, dei metodi produttivi, le metodiche per la conservazione e di
utilizzazione culinaria; costituiscono perciò un anello indispensabile per il rilancio di queste specie, spesso dimenticate o poco utilizzate, che possono costituire
un valore aggiunto al territorio rivalutando gli usi, i costumi, le tradizioni e la cultura. È il messaggio che spesso le sagre, le feste, le fiere si sforzano di veicolare.
La globalizzazione, al contrario con la standardizzazione richiesta per la fornitura dei prodotti freschi e
soprattutto trasformati, insieme alle innovazioni indotte dalla moda, al lavoro femminile, contribuiscono, in qualche maniera, allabbandono delle antiche consuetudini alimentari peculiari per le diversificate realtà regionali italiane.
Nel D.M. pubblicato nella G.U. del 26/11/1999 n. 278 sono vengono definite le Utilizzazioni minori di interesse agricolo, con riferimento allimpiego di prodotti fitosanitari per usi di piccola scala o che rivestono una minore importanza economica rispetto agli usi e le specie di maggiore rilevanza economica per i quali il prodotto fitosanitario risulta già autorizzato con particolare riferimento allimpiego sulle colture minori. Alla scarsa disponibilità di principi attivi per la lotta ai parassiti ed alle infestanti per le specie ortive minori, al limitato interesse dellindustria a sostenere le spese per ottenere lestensione dimpiego per le specie ortive minori, si aggiunge la revisione periodica degli agrofarmaci che porta alla revoca luso di alcuni principi attivi storici. Ciò rende problematica la proficua e sostenibile coltivazione di alcune specie ortive minori.
Secondo Gengotti et al. (2003) alcune specie ortive minori quali il basilico, prezzemolo, ravanello, ruchetta e valerianella sono caratterizzate da elevato valore aggiunto, rigidi standard estetici, da un breve e intenso ciclo colturale.
Ciò presuppone un elevato impiego di mezzi chimici che spesso, paradossalmente, pur essendo innovativi, meno tossici e più selettivi, non sono registrati per queste specie.
Altri criteri proposti per considerare le specie ortofrutticole maggiori, minori, e ipominori, contemplano il consumo medio giornaliero che, per le maggiori viene indicato >7,5 g/uomo (uomo di 60 kg). Un altro parametro è la superficie coltivata o la produzione ottenuta, che per le maggiori viene considerata superiore a 10.000 ha e 200.000 t. Per le colture molto minori il limite è inferiore a 600 ha (Conti, 2006). È chiaro che stabilire valori legati alla superficie e alla produzione fa sorgere numerosi dubbi perché nel corso del tempo, per numerosi fattori, una specie può ricadere ora in una categoria ora in unaltra.
Così, ad esempio, il cocomero nel 1979 doveva essere considerato maggiore (24.000 ha), mentre nel 2007 minore (9.900 ha); stesso ragionamento per la fava fresca 19.000 ha (1978) e 9.800 ha (2007). Altro esempio può essere la bietola da orto che da minore nel 1979 (1.730 ha) passerebbe a molto minore nel 2007 (429 ha), la batata (1.004 vs. 430 ha) e il cetriolo da sottaceti (1.910 vs. 337 ha).
Le colture cosidette molto minori danno origine però, in alcune realtà regionali, a redditi molto elevati e ad un notevole numero di occupati, come nel caso della menta in Piemonte dove si stimano oltre 400 ha coltivati, con un PIL di 1,8 milioni di euro o il basilico in Liguria che rappresenta il 16% della produzione, con circa 600 addetti occupati fra produzione primaria e preparazione del pesto. Così anche il cappero nelle isole di Pantelleria ed Eolie (circa 150 ha) con un PIL
di 880.000 euro, la ruchetta in Campania, dove si coltiva su 850 ha in ambiente protetto e il prodotto viene destinato anche alla IV gamma. Altro esempio può essere il carosello in Puglia, che, oltre in pienaria, viene anche coltivato per circa 50 ha in serra e la lagenaria in Sicilia, dapprima consociata ad altre ortive e attualmente piantata in serra con produzioni extrastagionali dei frutti e dei teneri germogli (tenerumi).
Inoltre, si può ricordare la bietola da orto che origina anche buoni redditi provenienti dal prodotto
cotto a vapore, il cavolo di Bruxelles per il prodotto surgelato ed il cetriolino per i sottaceti.
Viani (1929) nellampio trattato di orticoltura descrive 169 specie e fa menzione di 42 colture che considera ortive minori e che, a 80 anni di distanza, sono ancora coltivate su limitate superfici. Tra esse si ricordano: il dolcichino, nasturzio tuberoso, aglio dIndia, porrandello, cipolletta vivace, erba cipollina, origano, erba S. Pietro, melissa, minutina, pimpinella, portulaca, rucola, salsola, santoreggia, spinacio della Nuova Zelanda e timo.
Di recente Piazza (2003) afferma che alcune specie ortive minori, come ad esempio ravanello, porro, cicoria witloof, ruchetta, valerianella, radicchio e scalogno, possono diventare una buona opportunità di reddito, purché si punti a caratterizzare i prodotti con opportune confezioni, servizi del post-raccolta, e inoltre mettendo in luce per chi produce e chi vende la professionalità di tutti gli operatori e la bellezza del territorio.
Con la comparsa sul mercato delle cultivar ibride, dopo il 1950, limpiego di molte popolazioni di specie ortive minori è in continua diminuzione ed in molti casi rischiano la scomparsa.
Di seguito si riporta lelenco delle specie considerate minori (88) e maggiori (11) dal suindicato decreto, in ordine alfabetico secondo il binomio latino riportato da Conti et al. (2005), che hanno aggiornato la nomenclatura riportata dalla Flora dItalia di Pignatti del 1982 e del Multilingual, Multiscript Plant
Name Database (http://www.plantnames.unimelb.edu.au/Sorting) che considera il Gruppo semplificando la nomenclatura sistematica di numerose specie.
Specie minori
- Abelmoschus esculentus (L.) Moench, ocra o gombo;
- Allium ascalonicum L., scalogno;
- Allium cepa L. (Gruppo aggregatum) = Allium ascalonicum L., scalogno;
- Allium porrum L., porro;
- Allium sativum L., aglio;
- Allium schoenoprasum L., erba cipollina;
- Anethum graveolens L., aneto;
- Angelica archangelica L. subsp. archangelica, angelica;
- Anthriscus cerefolium (L.) Hoffm., cerfoglio comune;
- Apium graveolens L. (Gruppo dulce), sedano;
- Apium graveolens L. (Gruppo rapaceum), sedano rapa;
- Artemisia dracunculus L., dragoncello;
- Asparagus officinalis L., asparago;
- Beta vulgaris L. subsp. cicla (L.) W.D.J. Koch (Gruppo cicla), bietola da foglia o erbette;
- Beta vulgaris L. subsp. cicla (L.) W.D.J. Koch (Gruppo flavescens), bietola da costa;
- Beta vulgaris L. subsp. vulgaris (Gruppo conditiva), bietola da orto;
- Borago officinalis L., borragine;
- Brassica juncea (L.) Czern., senape indiana o bruna;
- Brassica oleracea L. (Gruppo botrytis), cavolfiore;
- Brassica oleracea L. (Gruppo italica), cavolo broccolo;
- Brassica oleracea L. (Gruppo gongylodes), cavolo rapa;
- Brassica oleracea L. (Gruppo viridis), cavolo nero, cavolo laciniato;
- Brassica oleracea L. (Gruppo capitata), cavolo cappuccio;
- Brassica oleracea L. (Gruppo capitata rubra), cavolo cappuccio rosso;
- Brassica oleracea L. (Gruppo gemmifera), cavolo di Bruxelles;
- Brassica oleracea L. (Gruppo sabauda), cavolo verza;
- Brassica rapa L. (Gruppo rapa), rapa;
- Brassica rapa L. (Gruppo chinensis), cavolo cinese;
- Calendula officinalis L., calendula o fiorrancio;
- Carum carvi L. subsp. carvi, cumino tedesco o carvi;
- Cichorium endivia L. (Gruppo crispum), endivia;
- Cichorium endivia L. (Gruppo latifolium), scarola;
- Cichorium intybus L., cicoria, cicoria belga o di Witloof;
- Cichorium intybus L. (Gruppo rubifolium), radicchio;
- Citrullus lanatus (Thumb.) Matsum. et Nakai, cocomero;
- Coriandrum sativum L., coriandolo;
- Cucumis sativus L., cetriolo;
- Cucurbita maxima Duch. subsp. maxima, zucca dolce;
- Cynara cardunculus L. subsp. cardunculus cardo;
- Cynara scolymus L. subsp. scolymus (L.) Hayek, carciofo;
- Diplotaxis tenuifolia (L.) DC., ruchetta;
- Eruca vesicaria (L.) Cav., rucola;
- Foeniculum vulgare Mill. subsp. sativum (C. Presl.) Janchen ex Holub., finocchio;
- Foeniculum vulgare Mill., finocchietto;
- Fragaria vesca L. subsp. vesca, fragola di bosco;
- Galium odoratum (L.) Scop., stellina odorosa o asperula;
- Helianthus tuberosus L., topinambur o elianto tuberoso;
- Hyssopus officinalis L. subsp. officinalis, issopo;
- Ipomoea batatas (L.) Lam., batata o patata dolce;
- Levisticum officinale W.D.J. Koch, levistico o sedano montano;
- Origanum majorana L., maggiorana;
- Manihot esculenta Crantz, cassava;
- Melissa officinalis L. subsp. officinalis, melissa;
- Mentha x piperita L., menta;
- Myrrhis odorata (L.) Scop., cerfoglio muschiato o mirride delle Alpi;
- Nasturtium officinale R. Br. subsp. officinale, crescione dacqua o di fontana;
- Ocimum basilicum L., basilico;
- Origanum vulgare L. subsp. vulgare, origano;
- Pastinaca sativa L., pastinaca;
- Petroselinum crispum (Mill.) Fuss, prezzemolo;
- Pimpinella anisum L., anice;
- Pisum sativum L. subsp. sativum var. macrocarpon Ser., pisello mangiatutto o taccola;
- Portulaca oleracea L. subsp. oleracea, portulaca;
- Sanguisorba officinalis L., pimpinella o salvastrella;
- Raphanus sativus L., ravanello;
- Rheum rhabarbarum L., rabarbaro;
- Rosmarinum officinalis L., rosmarino;
- Rumex acetosa (L.) subsp. acetosa, acetosa;
- Ruta graveolens L., ruta;
- Salvia sclarea L., salvia moscatella o sclarea;
- Salvia officinalis L., salvia;
- Satureja hortensis L., santoreggia domestica;
- Scolymus hispanicus L., cardogna comune o barba gentile;
- Scorzonera hispanica L. s.l., scorzonera;
- Sium sisarum L., sisaro;
- Solanum melongena L., melanzana;
- Solanum muricatum Ait., pepino o melone-pera;
- Spinacia oleracea L., spinacio;
- Tanacetum parthenium L. Sch. Bip., matricale o amareggiola;
- Taraxacum officinale, dente di leone;
- Thymus spp, timo;
- Trigonella foenum-graecum L., fieno greco;
- Tragopogon pratensis L. subsp. pratensis, salsefrica;
- Tropaeolum majus L., nasturzio;
- Urtica spp., ortica;
- Valerianella eriocarpa Desv., gallinella campanulata;
- Valerianella locusta (L.) Laterr., valerianella o dolcetta o songino;
- Veronica beccabunga L., erba grassa;
- Vicia faba L. var. faba, fava;
- Zea mays L. subsp. mays (Gruppo saccharata), mais dolce.
Specie maggiori
- Allium cepa L., cipolla;
- Capsicum annuum L., peperone;
- Cucumis melo L. subsp. melo (Gruppo inodorus), Melone dinverno;
- Cucumis melo L. subsp. melo (Gruppo cantalupensis), melone retato;
- Cucurbita pepo L., zucchino;
- Daucus carota L. subsp. carota, carota;
- Fragaria x ananassa Duchesne., fragola;
- Lactuca sativa L. subsp. capitata Alef., lattuga a cappuccio;
- Lactuca sativa L. subsp. crispa Schubler et Martens, lattuga da taglio o lattughino;
- Lactuca sativa L. subsp. longifolia Lam., lattuga romana;
- Phaseolus vulgaris L., fagiolino;
- Pisum sativum L. subsp. sativum, pisello;
- Solanum lycopersicum L., pomodoro;
- Solanum tuberosum L., patata.
In relazione all'organo della pianta consumato, si distingue:
Ortaggi da radice:
- Scalogno Allium ascalonicum L.
- Scorzobianca Tragopogon porrifolius L. var. sativus Gaterau Br.-Bl.
- Scorzonera Scorzonera hispanica L.
Ortaggi da foglia:
- Acetosa Rumex acetosa L.
- Alchechengio Physalis alkekengi L. o P. alkekengi var peruviana L. e P. pruinosa L.
- Aneto Anethum graveolens L.
- Cerfoglio Anthriscus cerefolium Hoffm.
- Crambe o Cavolo marino Crambe maritima L.
- Erba ghiacciola o Erba cristallina Mesembryanthemum cristallinum L.
- Erba morella Solanum nigrum L.
- Erba stella o Minutina o Barba di cappuccio Plantago coronopus L. var. sativa Fiori
- Estragone o Targone Artemisia dracunculus L.
- Issopo Hyssopus officinalis L.
- Salsola o Roscano Salsola asparagoides L. o Salsola soda L. o Salsola Kali L.
- Spinacio Nuova Zelanda o Tetragonia Tetragonia espansa Murr., Thum o Tetragonia tetragonioides Ktze
- Tanaceto o Erba amara o Atanasia Tanacetum vulgare L.
Ortaggi da infiorescenza:
- Nasturzio Tropaeolum majus L. e Tropaeolum minus L.
Ortaggi da frutto:
- Arachide Arachis hypogeae L.
Scalogno (Allium ascalonicum L.)
Sistematica dello scalogno, Allium ascalonicum (L.) sec. il sistema Cronquist
Superdominium/Superdominio: Biota
Dominium/Dominio: Eucariota Whittaker & Margulis,1978
Regnum/Regno: Plantae Haeckel, 1866
Subregnum/Sottoregno: Viridaeplantae Cavalier-Smith, 1998 (Piante verdi)
Superdivisio/Superdivisione: Spermatophyta Gustav Hegi, 1906 (Piante con semi)
Divisio/Divisione o Phylum: Tracheophyta Sinnott, 1935 ex Cavalier-Smith, 1998
Subdivisio/Sottodivisione: Magnoliophytina Frohne & U. Jensen ex Reveal, 1996
Classis/Classe: Liliopsida Brongn., 1843 (Monocotiledoni)
Subclassis/Sottoclasse: Liliidae J.H. Schaffn.,1911
SuperOrdo/SuperOrdine: Lilianae Takht., 1967
Ordo/Ordine: Amaryllidales Bromhead, 1840
Familia/Famiglia: Alliaceae J. Agardh, 1858
Subfamilia/Sottofamiglia: Allioideae Herb., 1837
Tribus/Tribù: Allieae Dumort., 1827
Subtribus/Sottotribù: Alliinae Parl, 1852
Genus/Genere: Allium L. 1753
Species/Specie: Allium ascalonicum L. 1753
Sistematica dello scalogno (Allium ascalonicum L.) sec. il sistema APG
Clade: Eucariota Whittaker & Margulis,1978
Regnum/Regno:
Plantae Haeckel, 1866
Clade: Angiospermae
Clade: Monocots
Clade: Unassigned monocots
Ordo: Asparagales
Familia: Alliaceae
Subfamilia/Sottofamiglia: Allioideae Herb., 1837
Genus/Genere: Allium
Specie: Allium ascalonicum
Sinonimi
Hibiscus esculentus L.
Lo scalognoAllium ascalonicum (L.)
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